“Cognato, venite al mare da noi domenica? Un bagno prima che arrivi la folla, facciamo due tiri al pallone coi ragazzi, poi col caldo andiamo a casa, al fresco, che ti cucino un sughetto come non ne hai mai mangiati”.
“Gerà, statti tranquillo che i tuoi figli sono proprio ok. E se sgarrano qualcosa, non ti preoccupare che sai quanti calci nel sedere prendono? A due a due, fin quando non diventano dispari ! ! !”
“Domenica siamo invitati giù in campagna? Scommetti che ti fanno il tortino di zucchine?”
“Miiiiiii, che palle Gerà con sti problemi che ti fai. Ma lascia correre ogni tanto: ti rendi conto che la cosa non è così nera come ti sembra? Ah, ecco, vedo che hai capito. Ti offro una birra, va, che fa caldo ! ! !”
“Gerà ho bisogno di un aiuto…”
“Cognato…mi vedi un po’ sto documento che m’è arrivato? Quando devo fare il 730?”
“Meglio che ti chiamo, Cognato: non so usare gli sms come fai tu…ci metto una vita a scrivere…”
“La nostra Juve in B? Assurdo, pazzesco…ma prima o poi la verità verrà a galla…anzi io vado a vederla, la Juve in B…Prendo i biglietti pure tutti, Gerà? Ci portiamo i ragazzi?”
Diversi, io e te. Ma uniti tutte le volte che uno aveva bisogno dell’altro. Uno sguardo, una pacca sulla spalla…una presa per i fondelli…e ci capivamo al volo ! ! !
I pranzi con tutta la famiglia saranno mai più gli stessi? Le scene davanti alla cassa del bar (pago io, paghi tu, no ci tengo, guarda che mi offendo)…quando mai torneranno?
E le Kessler, chi mi aiuterà a prenderle in giro?
La vita a volte è così ingiusta. Così crudele. Sono triste. E anche arrabbiato, direi. No…anzi…furioso. Però sono anche contento di averne passate tante assieme, e di aver trascorso, con te per lo mezzo, vent’anni della mia vita.
Ciao Gerà…
il cognato piccolo
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