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giovedì 24 marzo 2011

COME SONO TRISTE...

“Cognato, venite al mare da noi domenica? Un bagno prima che arrivi la folla, facciamo due tiri al pallone coi ragazzi, poi col caldo andiamo a casa, al fresco, che ti cucino un sughetto come non ne hai mai mangiati”.

“Gerà, statti tranquillo che i tuoi figli sono proprio ok. E se sgarrano qualcosa, non ti preoccupare che sai quanti calci nel sedere prendono? A due a due, fin quando non diventano dispari ! ! !”

“Domenica siamo invitati giù in campagna? Scommetti che ti fanno il tortino di zucchine?”

“Miiiiiii, che palle Gerà con sti problemi che ti fai. Ma lascia correre ogni tanto: ti rendi conto che la cosa non è così nera come ti sembra? Ah, ecco, vedo che hai capito. Ti offro una birra, va, che fa caldo ! ! !”

“Gerà ho bisogno di un aiuto…”  

“Cognato…mi vedi un po’ sto documento che m’è arrivato? Quando devo fare il 730?”

“Meglio che ti chiamo, Cognato: non so usare gli sms come fai tu…ci metto una vita a scrivere…”

“La nostra Juve in B? Assurdo, pazzesco…ma prima o poi la verità verrà a galla…anzi io vado a vederla, la Juve in B…Prendo i biglietti pure tutti, Gerà? Ci portiamo i ragazzi?”

Diversi, io e te. Ma uniti tutte le volte che uno aveva bisogno dell’altro. Uno sguardo, una pacca sulla spalla…una presa per i fondelli…e ci capivamo al volo ! ! !

I pranzi con tutta la famiglia saranno mai più gli stessi? Le scene davanti alla cassa del bar (pago io, paghi tu, no ci tengo, guarda che mi offendo)…quando mai torneranno?

E le Kessler, chi mi aiuterà a prenderle in giro?

La vita a volte è così ingiusta. Così crudele. Sono triste. E anche arrabbiato, direi. No…anzi…furioso. Però sono anche contento di averne passate tante assieme, e di aver trascorso, con te per lo mezzo, vent’anni della mia vita.

Ciao Gerà…


                                                                                      il cognato piccolo 

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